Il 24 giugno 2016, presso il Coworking Monte Testaccio 34, si terrà l’inaugurazione della mostra ‘Stasi o anche porta del sonno‘, parte del più ampio progetto fotografico ‘Tabula Rasa’ che porta la firma dell’artista umbra Valeria Pierini.
In tale occasione verrà presentato al pubblico il libro fotografico al cui interno le rappresentazioni sono confluite.
La serie, esposta per la prima volta, sarà allestita tramite un intervento site specific nel pieno rispetto delle caratteristiche architettoniche del locale ospitante e sarà possibile ammirarla nei seguenti orari: lun-ven: 10:00/13:00 – 14:30/18:00.
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Valeria Pierini
(Assisi, 1984)
È un’artista fotografa laureata in comunicazione di massa.
La sua ricerca artistica trae ispirazione dalla letteratura e dalla filosofia. I temi principalmente analizzati sono il sogno, il doppio, la ricerca interiore e la memoria.
Ha esposto in numerose collettive e personali sia in Italia che all’estero; tiene workshop in associazioni e scuole. I suoi lavori sono stati selezionati in molti concorsi e festival e ampiamente pubblicati.
Tabula Rasa è il suo primo libro fotografico.
“Se il sonno di Francisco Goya ‘genera mostri’, il sonno di Valeria Pierini genera infiniti mondi o, più precisamente, frammenti di esso. Spiati, decontestualizzati, privati del loro peso fisico e cognitivo, privati di una qualunque georeferenziazione, i luoghi appaiono nelle foto della Pierini come luoghi universali e sospesi, prototipi scenografici, tele bianche… una ‘Tabula Rasa’ appunto, sulla quale intervenire scrivendo storie personali, che appartengono al singolo quanto all’umanità tutta. (…) Il mondo, presentato dalla Pierini, conosce cuspidi libere di ferire un cielo verticale; scorci desolati che costeggiano i passi del viaggio ideale: un viaggio che non ha comunicazioni fisiche, mezzi o strade sulle quali fare attrito. E’ il viaggio dell’onironauta, di colui che, consapevole di sognare, interviene coscientemente sul proprio mondo dell’assurdo. Il sonno dell’onironauta è rappresentato allegoricamente dalla benda nera sul volto. Ad indossarla, la donna che abbandona ogni distinzione di genere vestendo panni maschili, una donna che rappresenta essenzialmente la creatura umana, al di fuori da ogni schema. La benda nera è la scelta di vivere le vicende del sogno e lasciare fuori la realtà; è l’elemento che permette di affacciarsi da una finestra per godere una vista che non è ‘altro’ da noi, ma una porta sul nostro inconscio, una via di comunicazione che si lascia alle spalle il mondo fenomenico che abitiamo per introdurci, ospiti timorosi, nel nucleo originario nel quale risiede la verità del nostro essere. La prospettiva dell’interiorità, è la postazione privilegiata dalla quale possiamo apprezzare il passaggio, doveroso, tra esitazione ed esecuzione, che fa di noi creature agenti nel mondo sensibile.
(…)
Ciò che esiste intorno a noi, al di fuori di noi, nella sua apparente immobilità o infinitamente lenta costituzione, si configura dunque come lo spettro di un dramma psichico chiamato vita, di cui l’uomo, integralmente inteso, è a livello conscio e inconscio il motore primo”
Roberta D’Intinosante
Presso il Coworking Monte Testaccio 34 A sarà possibile acquistare il libro della ph. Valeria Pierini.